Ho riflettuto a lungo su questo articolo. In realtà è in cantiere da parecchio e mi sono decisa solo ora a dargli forma, non a caso proprio al culmine dello Yin e dell’inverno. Questa è la stagione in cui gli stati depressivi tendono ad acuirsi, vuoi per il freddo, per le giornate brevi che richiamano in noi memorie di buio, che anche nella nostra veloce società, non sono sopite, ma semplicemente nascoste nella profondità della nostra psiche.
Vorrei chiarire che la medicina cinese, e le pratiche che da essa scaturiscono, non vogliono porsi come sostituto alla psicoterapia o ai farmaci nei casi patologici, ma come valido aiuto nella ricerca di un equilibrio interiore.
LE EMOZIONI
Il mondo delle emozioni, nella Medicina Tradizionale Cinese, è complesso e articolato. Si configura all’interno di un universo in cui tutto è connesso: mente, corpo, spirito. Si può definire la medicina cinese come “olistica”, nel senso che prende in considerazione l’uomo nella sua interezza: ogni individuo è un sistema con i propri equilibri, un microcosmo, immerso in un macrocosmo con il quale vi è uno scambio costante.
Nella MTC, non esistono emozioni “negative”: rabbia, tristezza e paura (connesse ai loro rispettivi organi, ossia Fegato, Polmone, Reni) sono considerate normali reazioni all’ambiente circostante, così come la gioia/allegria (Cuore)e il pensiero/riflessione (Milza).
Finché vige uno stato di equilibrio, nessun sentimento domina sugli altri (sebbene la nostra costituzione determini sempre una propensione verso uno di essi) e il Qi fluisce liberamente nel corpo. Uno stato viene considerato “patologico” quando va incontro a uno squilibrio che si protrae nel tempo. Bisogna precisare che anche emozioni come la gioia o il pensiero/riflessione, se in eccesso, possono intaccare lo stato di salute della persona.
IL RUOLO DEL CUORE
Al centro di questo equilibrio, il Cuore è l’imperatore e custode dello Shen, ossia del principio vitale. Esso regola il microcosmo “uomo” con armonia e saggezza. Uno choc emotivo o un prolungato turbamento possono allontanare lo Shen dal cuore, ne conseguono tutta una serie di problematiche psicologiche.
Avremo allora stati di ansia e agitazione; palpitazioni; insonnia; sogni agitati; irrequietezza; capogiri; stati maniacali; perdita di coscienza.
IL RENE E LA PAURA
Nei Reni è ancorata la nostra volontà, la nostra spinta vitale (pensiamo alla locuzione “dare un colpo di reni”) e l’emozione a loro connessa è la paura.
Quando è una paura sana, allora parliamo di istinto di conservazione, non a caso l’adrenalina (risposta fisiologica a una situazione di pericolo) è prodotta nel surrene. Quando invece l’energia del Rene è intaccata (in particolare lo Yin) si manifestano attacchi di panico e terrore incontrollato, anche senza una causa scatenante apparente.
Avremo anche scarsa volontà; disinteresse; scarsa energia; problemi alle orecchie o ai denti; problemi alla sfera sessuale.
“YIN YU”- DEPRESSIONE E STASI DI QI DEL FEGATO
Sebbene il Cuore ricopra un ruolo essenziale nella gestione degli aspetti psichici ed emozionali, per quanto riguarda la depressione, la MTC trova la sua causa principalmente in uno squilibrio delle energie del Fegato.
Il Fegato riveste un ruolo piuttosto complesso nel funzionamento del corpo e spesso mi avete sentito citare la stasi del qi del Fegato in altri articoli, una sindrome molto diffusa nel mondo moderno.
L’importanza del Fegato è data dal fatto che esso è sede dello Hun (l’anima eterea) ed è responsabile dei nostri sogni, progetti, idee, della direzione che diamo alla nostra vita sotto la diretta supervisione dello Shen (lo spirito che abita il Cuore). Spesso lo Hun è definito “l’andare e venire dello Shen”, ossia il suo movimento: è lo Hun che viaggia la notte mentre sogniamo.
Ne consegue che una stasi dell’energia del Fegato (qualsiasi sia la sua causa: eccesso che causa un blocco o deficit di energia) può portarci ad uno stato depressivo e di disinteresse nei confronti della vita, nella quale ci muoviamo senza scopo, senza manifestare la vera volontà del nostro sé.
L’emozione collegata al Fegato, come già detto, è la collera. In una chiave di lettura positiva può essere vista come una manifestazione esplosiva in grado di mettere in moto una grande quantità di energia, (magari per rispondere a una situazione di minaccia).
Tuttavia, nella nostra società, essa è spesso stigmatizzata e ci viene insegnato a reprimerla. L’energia della rabbia repressa è tremendamente dannosa per il Fegato, in quanto porta a risentimento (farsi il fegato marcio) e frustrazione. Essa è un fuoco che divampa e che brucia tutto lungo la sua strada.
La rabbia non scaricata, non viene eliminata dal corpo, ma semplicemente messa sotto al tappeto e a lungo andare crea parecchi disagi (problemi digestivi, tensioni muscolari, insonnia, nervosismo, scatti d’ira, problemi mestruali, problemi sessuali e psichici).
Con questo non sto dicendo che dobbiamo andare in giro a prendere a pugni le persone ogni volta che ci arrabbiamo, ma che forse dobbiamo trovare altri modi per scaricare e trasformare questa emozione, invece di seppellirla e dimenticarla, perché il corpo non la dimentica.
La stasi di Fegato, in aggiunta, andrà sicuramente ad accompagnarsi a squilibri sull’asse Cuore/Rene, presentando all’operatore un quadro piuttosto complesso di deficit ed eccessi.
IL TRATTAMENTO
Di fronte a un quadro del genere, il ruolo dell’operatore sarà quello di drenare la stasi e aiutare l’energia a muoversi liberamente, di calmare lo Shen e il Cuore e nutrire i Reni attraverso manovre e punti specifici. Capita spesso che durante i trattamenti (o nei giorni successivi) le persone si trovino nella condizione ideale per rielaborare le proprie emozioni, scaricarle, vederle con altri occhi.
Il ruolo dell’operatore è dunque quello di aiutare la persona a ritrovare, anche solo temporaneamente, calma e centratura per poter lavorare su sé stessa.
Lo Shiatsu si rivela, inoltre, benefico per tutta una serie di sintomi sopra citati, come tensione muscolare, insonnia, problemi digestivi, agitazione, mancanza di energia.
Ho cercato di essere concisa, ma l’argomento è vasto. Se siete interessati ad approfondire l’argomento delle emozioni nella filosofia cinese vi consiglio come lettura : “Dal Huangdi Neijing Lingshu- la psiche nella tradizione cinese” a cura di C. Larre/E. Rochat de la Vallée.
Un abbraccio
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